Il nome sulla pelle

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COD: 978-88-96328-05-7 Categoria:

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Dieci anni fa uscì, presso Bacchilega editore, la seconda edizione de Il sole nero, già edito trent’anni prima da Licinio Cappelli. Della protagonista, che lasciò sospeso il finale, si perse ogni traccia, con grande disappunto dei lettori che ne attesero invano la conclusione. Tuttavia, la ragazza de Il sole nero non fu dimenticata anche grazie alla Compagnia teatrale di Baliani- Maglietta, che l’aveva fatta rivivere nei teatri italiani. Adesso, quell’incredibile ragazza ha più di ottant’anni, e attraverso i ricordi che è riuscita a strappare alla memoria del tempo, in questo suo libro Il nome sulla pelle, quel finale ce l’ha poi raccontato. Ha raccontato la verità, ingenua e disarmata, mai furba.

Ci sono verità, nella sua lunga vita, il cui cammino è tutto in salita, verticale, irto di ostacoli, dove occorrono scalatori tenaci per issarsi e per raggiungerla nonostante l’arbitrio del potere.

Il nome sulla pelle è la storia di un ideale tradito, di un amore assassinato, di un terribile inganno. E’ la storia di un paradiso abitato da demoni, di una raggelante eclissi, di come il buio può accecare il mondo quando muore la speranza. Ed è con spietato realismo che fa assistere in prima fila a un aborto clandestino chi vuole rimandare le donne sul tavolo della mammana. E lei, l’autrice, la troviamo confusa e spaventata mentre pensa al figlio che sarà costretta a far nascere. E’ notte e se lo immagina vicino, nascosto dal buio. “Dovrò farti nascere” gli dice “e insieme dovremo pagare per la tua vita, io per avertela data e tu per doverla vivere. Pensi che ce la faremo?” Il nome sulla pelle è il marchio di fabbrica di chi nasce nei ghetti, dove le donne non sono conquiste ma prede. Dove i bambini sembrano come gli altri, ma non sono della specie migliore, non sono schietti, non ne hanno la purezza, non ne hanno l’essenza e neppure le proporzioni per la denutrizione, il rachitismo, la tubercolosi. Dice la protagonista: “Ero una di loro, solo un pochino più su nella scala sociale: io e la mia famiglia non camminavamo scalzi e ci nutrivamo più di libri che di pane, libri che ci dava a domicilio, dietro un piccolo compenso, una biblioteca circolante, la cui vetrina impolverata si apriva alla nostra mai bastante riconoscenza in via delle Moline. Eravamo poveri sì, ma non miserabili, eravamo capaci di pensare! E quando sul buio pesto dei vicoli si accendeva la luna, insinuando i suoi raggi fin sotto le volte dei portici cadenti, così che anche i ragni sembravano tessere fili d’argento, riuscivamo persino a sognare!”.

 

Informazioni aggiuntive

Dimensioni 15 × 21 cm
Formato

Pagine

Confezione

brossura e copertina con bandelle

Pubblicazione