Questo Mondiale s’ha da fare

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Descrizione

Il libro

In oltre 100 anni di storia i Campionati del Mondo di ciclismo su strada si sono disputati in Italia per 14 volte. Nel nostro Paese solo tre città ne hanno avuto la grande opportunità per più di una volta: Varese, Verona e Imola. Se Imola nel 2020 è riuscita in un’impresa storica, quella di organizzare i Mondiali in soli 21 giorni, in piena pandemia, è anche e soprattutto per la credibilità di cui godeva. Per la credibilità che, nel ciclismo, ha saputo costruirsi. Certamente Imola è credibile per il suo tessuto sociale, per le strutture che un impianto come l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari può mettere a disposizione. Ma un po’ di merito, e forse tanto, ce l’ha anche Nino Ceroni, questo è certo. Perché quel Campionato del Mondo del 1968 che lui riuscì ad organizzare, mosso inizialmente da una ripicca personale, è stato un concentrato di determinazione e innovazione, di competenza e marketing. Nino Ceroni, con il Campionato del Mondo che ancora oggi ricordiamo per l’iride di Vittorio Adorni e il vantaggio record sul secondo classificato, ha segnato un’epoca. Ha fatto entrare il ciclismo nella modernità.  Il Mondiale del 1968 segna un cambio epocale. Oggi diamo per scontati certi standard organizzativi, ma nel 1968 era tutto innovativo. Quel giorno, a Imola, cambia il modo di vivere gli eventi sportivi. Tutti ricordiamo il trionfo a braccia alzate di Adorni. In questo volume, invece, c’è qualcos’altro. Ci sono i tortellini fumanti della Gris 2000, con l’intercessione di Diego Ronchini, e i grandi monitor della Germanvox, per la collaborazione con Romano Cenni. Ci sono i primi adesivi e il cambiovaluta, come Ceroni aveva visto e memorizzato al Tour de France, seguito in auto con Sabelli Fioretti, Ci sono litri di Albana e Sangiovese e più di 120mila biglietti venduti. Qui raccontiamo il percorso che ha portato Nino Ceroni a mettere in piedi quel palcoscenico così speciale. Raccontiamo ciò che ha costruito una cultura che rimane ancora oggi, più o meno latente, nella città. Quella che segue è una lunga intervista, in cui Nino Ceroni parla in prima persona. Ci sono anche le «spigolature», come le chiama Ceroni, quelle curiosità che possono apparire secondarie, ma che sono fondamentali per avviare una conversazione e per contestualizzare la realtà. C’è spazio anche per le emozioni di altri protagonisti, di altri amici di Nino Ceroni, che raccontano quello che hanno visto e vissuto, e come hanno interagito con l’uomo Nino in tutti questi anni.

 

Gli autori

Nino Ceroni è uno dei protagonisti assoluti del ciclismo italiano per mezzo secolo, come organizzatore e direttore di corsa. Anima della Coppa Placci, organizzatore dei Campionati del Mondo di ciclismo su strada del 1968 a Imola sul circuito dei Tre Monti. Ha diretto centinaia di gare in Italia e all’estero, ricoprendo incarichi di primo piano nelle associazioni nazionali e internazionali degli organizzatori. La sua figura, rispettata da corridori, dirigenti e addetti ai lavori, è legata indissolubilmente alla storia del ciclismo a Imola e in Romagna. Normanno Bartoli è nato a Imola il 11 luglio 1956. Elettronico di professione, dopo aver gareggiato nelle categorie giovanili, per soddisfare la sua grande passione per il ciclismo ha collaborato per decenni con alcuni giornali locali, raccontando le gesta di ragazzini e professionisti. Da trent’anni è iscritto all’Albo dei giornalisti e all’Associazione giornalisti ciclisti, con la quale ha vinto oltre dieci maglie tricolori…

 

 

Massimo Marani è giornalista e consulente di comunicazione pubblica, sociale e istituzionale, impegnato principalmente in progetti legati alla valorizzazione del territorio attraverso lo sport. Per questa pubblicazione ha raccolto, ordinato e curato i racconti e i ricordi di Nino Ceroni, restituendo aneddoti di una vita interamente dedicata al ciclismo.

Informazioni aggiuntive

Peso 0.260 kg
Dimensioni 210 × 150 cm
Formato

Pagine

Pubblicazione

Confezione

brossura e copertina con bandelle