L’ideologia della razza e le sue vittime

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In occasione del Giorno della Memoria 2014 l’ANPI di Imola, in collaborazione con il CIDRA, ha realizzato una mostra formata da 21 pannelli dal titolo «L’ideologia della razza e le sue vittime. Nella Germania di Hitler e nell’Italia di Mussolini», della quale sono riproposti i testi e le immagini. Si tratta di un approfondimento del drammatico e progressivo percorso che portò il Terzo Reich ad una politica aggressiva in Europa fino a provocare lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e le teorie, le politiche, le azioni che portarono allo sterminio delle cosiddette razze inferiori e degli antagonisti politici, in nome della purezza della razza ariana. Avendo come obiettivo l’eugenetica della popolazione germanica, i primi passi in questo senso furono l’eliminazione dei disabili psichici e fisici, in un progetto denominato Aktion T4 che ne prevedeva l’uccisione in cliniche specifiche per mezzo dei gas di scarico. Nel 1941 Himmler ordinò che i prigionieri affetti da malattie mentali dei campi di concentramento fossero sottoposti a controlli medici. Lo scopo era eliminare tutti coloro che non erano in grado di lavorare. Questo progetto si intrecciò con l’eliminazione di massa degli ebrei dal 1939 in poi nei campi di sterminio polacchi e tedeschi.

Tra le altre cose si fa riferimento agli agghiaccianti esperimenti pseudo-scientifici che avvenivano all’interno di quei luoghi. In diversi campi di concentramento si sviluppò infatti una metodologia di morte basata su sperimentazioni mediche sugli internati. Le ricerche su cavie umane erano mirate per lo più a gettar luce su alcuni fenomeni che potevano risultare utili nel corso della conduzione della guerra, ma spesso sfociavano in una violenza sadica e senza scopo. Un capitolo si sofferma su un episodio di ineguagliabile efferatezza con protagonista un bambino italiano, Sergio De Simone, di sette anni. Il 20 aprile 1945 furono uccisi venti bambini nella scuola amburghese di Bullenhuser Damm. Questi bambini (10 maschi e 10 femmine, provenienti da Francia, Olanda, Jugoslavia, Italia, Polonia), erano giunti il 29 novembre 1944 nel lager di Neuengamme, vicino ad Amburgo, dal campo di sterminio di Auschwitz Birkenau. Erano stati scelti direttamente dal dottor Joseph Mengele come cavie umane per esperimenti sulla tubercolosi, che avrebbe condotto il medico nazista Kurt Heissmeyer.

La parte finale dedica un focus al regime fascista, in particolare alle pratiche razziste derivate dall’aggressione dell’Etiopia nel 1935-36 fino alle Leggi Razziali del 1938 che discriminavano pesantemente gli ebrei. Infine un accenno ai campi di concentramento italiani: Bolzano, Fossoli, Borgo San Dalmazzo e Trieste.

 

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