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Descrizione
I testi raccolti, le fotografie e i documenti hanno immortalato i frammenti della vita quotidiana, che si svolgeva nonostante la guerra. L’orrore delle battaglie e la morte, rimangono tutto il tempo sullo sfondo ma in primo piano ci sono le faccende umane e non di guerra: l’amore, l’amicizia, lo studio, l’allegria… perché proprio questi stati d’animo hanno permesso la sopravvivenza e il mantenimento dell’umanità. La vita era più forte della morte, i giovani facevano conoscenze, si creavano legami e anche matrimoni… Per i ragazzi del 2° Corpo d’Armata la Liberazione di Bologna e il fatto che la bandiera polacca fosse stata issata sulla Torre degli Asinelli era il premio per la fatica e il sacrificio che avevano dovuto affrontare durante tutti i combattimenti della Campagna Italiana. La bandiera polacca era non solo il segno della vittoria ma doveva anche dominare la città come simbolo soprattutto per quelli che sono rimasti in Polonia e sognavano come i soldati del Gen. Anders, la Polonia libera e indipendente. (Anastazja Kasprzak)
Poles in Bologna gave a special evidence of memory. Historical and personal at the same time. Texts, photos and documents collected here recorded episodes from daily life, life that went on against the war. Battle danger and death were constantly present but also casual matters and non-war issues were of prior importance: love, friendship, education, laughter…..because that matters allowed people to survive and to keep humanity. Life was stronger than death, so youth got to know each other, got married…..
For boys of the 2nd Corp liberation of Bologna and hanging Polish Flag on Torre degli Asinelli was an award for their great effort and sacrifice they made in all battles of the whole Italian campaign. Polish flag was not only the sign of victory, but overlooked the city as a symbol of hope for people who remained in Poland and had some dreams, the same dreams as Anders’ soldiers had, dreams of an independent and free Poland. Sol-diers of the 2nd Corp fought for such Poland, all along their way, and believed that some day they will return to the country of their dreams. (Anastazja Kasprzak)
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